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In cammino da Parenzo lungo la costa

Pubblichiamo un fresco racconto del cammino lungo la costa dell’Istria meridionale del nostro amico Mauro, che riprendendo il filo del suo viaggio precedente, rilegge questa regione ancora una volta in modo spontaneo con gli occhi di un bambino curioso. Nel suo lento andare, accadono tante cose e le storie si intrecciano con i ricordi e con nuovi incontri. Un rimpallo di luoghi e persone in un viaggio vicino, alla portata di tutti e denso di sorprese.

Buon cammino amico!

Sono passati tre anni da quando ho fatto a piedi il cammino della Parenzana nel tratto da Isola a Parenzo lungo un sentiero di circa 120 km, sul percorso della vecchia ferrovia.

 E’ stata un’esperienza che mi è rimasta nel cuore.

Solo a pensarci, immediatamente mi sale un sorriso. L’improvvisazione della partenza, lo scorrere dei panorami, l’intimità del dialogo con la Natura.

Così scrivevo:

“La primavera è nel massimo della sua espressione ed esplosione

Tutte le sfumature di verde possibili, campi di terra rossa appena lavorati , il cielo terso, azzurro senza una nuvola, alberi in piena fioritura, la strada costeggiata da fiori gialli, ulivi piantati in modo regolare danno un senso di armonia al paesaggio. Profumi della fioritura, qualche cane che abbaia, gli uccelli danno il meglio di sè, il panorama si apre ampio con Pirano che si staglia in lontananza.

Questo film e questa musica scorrono nei miei sensi, passo dopo passo.

Il rumore dei miei passi si unisce a questo insieme.

E ad ogni passo tutto l’insieme rimane.

Camminare è diverso dall’andare in macchina, in treno, dove tutto sfreccia via….via…. rapidamente.

Ora ho il tempo di vedere l’albero che si avvicina e di continuare a vederlo.

La continuità della visione dà un senso di calma e la primavera mi trasmette una gioia serena.

Una sensazione che rimane, passo dopo passo…”

Una sensazione che mi è rimasta dentro.

Un animo che diceva una cosa sola: “Ancora”

..Sono seduto ad un tavolo con Fabrizio. Si, proprio Fabrizio il co-autore della guida che ho tenuto in mano per tutto il percorso della Parenzana.

In quel viaggio ci siamo incontrati per pura casualità.

Dopo il nostro incontro, Fabrizio ha considerato di modificare la maglietta della Parenzana, che raffigurava un ciclista lungo il percorso, per aggiungerci all’ultimo minuto, prima di mandarla in stampa, anche la figura di un camminatore.

Ma il destino aveva in serbo per noi ancora dei suoi disegni.

Un giorno lo incontro per caso in città e mi dice: “Domani inauguriamo la stazione di biciclette di Muggia”. Vengo! Gli dico.

Tempo dopo, all’angolo di una strada, dall’automobile mi dice: “Sto andando a fare la prima presentazione della mia nuova guida “L’Istria in bicicletta”. “Vengo!” Gli rispondo.

Alcuni giorni dopo mi invita alla conferenza di un camminatore, e … proprio quel giorno gli arrivano gli scatoloni con il suo nuovo libro, fresco fresco di stampa.

Apre lo scatolone. Mi dà la prima copia! Rido per l’incredulità dell’ennesima coincidenza. Sono il primo ad avere la nuova guida!

Passa il tempo… vado a noleggiare una bici per fare un giro con un gruppo di amici. Il gestore della nuova Stazione delle biciclette di Muggia, inaugurata il giorno prima, mi dice: “Ma lo sai che tu sei il primo cliente al quale noleggiamo la bici”.

Incredibile!!!

Il destino lancia dei segnali nella vita, ma qui vi è tutto un insieme di coincidenze che portano nella medesima direzione, ancora sconosciuta, ma evidentemente da percorrere. Misterioso filo conduttore.

….Mentre mangiamo un panino, gli dico: “Sai, la PARENZANA è stata un’esperienza così bella che ne sento ancora il richiamo.”

E non so dirti il perché, ma sento che porterà ancora qualcosa di buono e in qualche modo, anche tu ne fai parte. Troppe coincidenze.

C’è una storia, ancora tutta da scoprire.”

PARENZO – PROMONTORE è questo il prossimo cammino!

Così, in quel poco tempo, Fabrizio cerca di darmi delle indicazioni utili per il viaggio. E’ contento dell’idea e anche lui ha la sensazione che il destino ci stia dicendo qualcosa… ma cosa?

Le intenzioni di fare il viaggio ci sono tutte, ma gli impegni di lavoro mi tengono legato per qualche giorno ancora.

Bene, domani la partenza!

Non sono riuscito ancora a preparare lo zaino, lo farò domani mattina prima di partire.

…. Sono ancora a casa a preparare le cose e i tentacoli del lavoro sono ancora attorno a me. Cerco di liberarmene con cura e fretta, uno ad uno. Quando tutto sembra a posto, ecco che c’è ancora qualcosa da aggiustare e sistemare. Un altro tentacolo sopraggiunge dopo quello precedente.

Così, alla fine, mi ritrovo alle tre del pomeriggio ancora a casa.

Cosa fare? Rimandare il tutto a domani mattina ad un’ora più congeniale. Per iniziare il viaggio sicuramente più riposato ?

Mmmh… quando metti in moto un desiderio e ti sei fatto l’idea di realizzarlo, proprio quel giorno, è dura dire , ok spostiamo a domani.

Così decido di partire lo stesso, anche se è tardi.

Devo modificare il mio viaggio. Decido come primo giorno, di fare solamente Parenzo Orsera e fermarmi lì a dormire.

Finalmente sono in macchina, si parte!

Il leggero mal di testa che avevo fino a quel momento…. semplicemente se ne va.

La volta precedente, quando avevo fatto la Parenzana, all’arrivo a Parenzo avevo incontrato il mio caro amico Walter. Vuoi vedere che è arrivato dalla Germania e lo rivedo anche questa volta?

Lo chiamo e … è lì! Vado a trovarlo pur sapendo che questo mi ritarda ulteriormente la partenza, ma lo stare assieme con un caro amico è sempre un tempo prezioso.

PARENZO!

Posteggio la macchina e vado esattamente nel punto di arrivo del percorso che avevo fatto precedentemente con la Parenzana, la vecchia stazione ferroviaria.

Proprio da lì voglio ripartire. Come il filo di una collana che unisce gli eventi. Quando rivedo la stazione ho un sussulto. Mi avvicino al cartello della Parenzana, sento ogni mio passo, mentre la distanza dal cartello simbolico, si accorcia sempre di più. Nel durante, le emozioni di quella volta si mescolano con quelle di adesso. Quella volta, questo posto è stato il punto di arrivo, questa volta è il punto di partenza. Quella volta ero del tutto inesperto di ciò che avrei sperimentato. Non avevo mai camminato per dei giorni di seguito e non sapevo quello che avrei provato e… neppure se ci fossi arrivato fino a qui. Vedere quel cartello era stato come tagliare un traguardo. Ora, invece, mi sento più esperto e penso che forse le emozioni saranno minori, poiché la magia della prima volta rimane… irripetibile, unica.

Ma una parte di me, dice: “Non fare confronti. Ogni cosa, ogni situazione va vissuta per quello che è. Inoltre questa volta il percorso si svolge lungo la costa, è diverso!”

L’istinto mi fa prendere la macchina fotografica e rifaccio una foto nello stesso punto della scorsa volta, come a dire: eccoci qua di nuovo, adesso si comincia!

…e comincia con Walter. E tra una ciliegia e l’altra, un bicchiere di vino, ci raccontiamo momenti importanti e densi delle nostre vite. Tra lo scherzo e la serietà. Sullo sfondo rimane il gusto e la felicità di esserci rivisti.

I nostri occhi esprimono questa sensazione mentre ci raccontiamo emozioni ed esperienze vissute.

Ci parliamo con calore, dicendoci le cose nella loro verità più profonda e sentita. Le nostre imprese, le nostre ferite. Nel reciproco e attento ascolto che solamente un amico che ti conosce, ha vissuto con te, e ti vuole bene, può darti.

Il tempo passa.

Ma stiamo così bene che mi chiedo se non mi convenga rimanere la notte da lui per poi ripartire il mattino seguente. Walter ne sarebbe contento e anch’io.

Tutto sommato ha senso. Sono già le 17 e 30.

Non prendo alcuna decisione, lascio che questa si formi dentro di me.

Continuiamo a condividere le nostre esperienze…

Ad un certo punto sale una risposta, Mauro, avanti, prosegui il viaggio!

Sarebbe bello rimanere ancora qui, lo sento, ma la spinta del viaggio è sempre ben presente.

Lo abbraccio, stretta finale e … si parte.

Ore 18 e 20, il sole volge al tramonto, e mi chiedo: “Ma, si può iniziare un viaggio a piedi a quest’ora!?”

Il mio passo è piuttosto spinto.

I continui rimandi hanno fatto si, che sono come una molla caricata per camminare. Mi aspettano 12 chilometri, non so in quanto tempo li farò e non so dove dormirò. Prima di partire, ho visto su internet che ad Orsera c’è l’ Hotel Vista, sembra buono e con un ottimo prezzo. Arriverò di sera.

Il passo non è da cammino, ma da maratoneta.

Mentre cammino cerco di capire quanta strada ho fatto e quanta ne ho ancora da fare, per farmi un’idea più o meno reale dei tempi di arrivo.

Il pensiero rimane fisso su questo punto.

…All’improvviso mi sale una frase: “Lo spirito di questo viaggio non è l’arrivo, ma il viaggio stesso.”

Di colpo, rallento il passo e tutto il panorama attorno, immediatamente, entra dentro di me.

Noto che il tramonto e quell’atmosfera così rilassata di fine giornata sono in netto contrasto con la spinta delle mie gambe.

Tutto è così piacevole e tranquillo!

La Natura con i suoi tempi. Lontani dal rumore esterno delle automobili che ci agita, lontani dai nostri continui pensieri interni, sempre alla ricerca di soluzioni per tutte le cose da fare… qui, ora, tutto appare in un fermo movimento.

E’ un ritmo che ti entra dentro e lo lasci piacevolmente entrare.

Ci si abbandona e ci si lascia assorbire. La magia delle immagini che rimangono ferme. Qui, non è come alla televisione, dove le immagini si modificano in un attimo, e ci mostrano situazioni e cose diverse, facendoci fare salti mentali.

Qui, tutto quello che si vede rimane fermo. L’isola è sempre là. L’immagine successiva è sempre la stessa. Il canto degli uccelli è variabile e la leggera brezza che passa attraverso le foglie degli alberi ha il suo ritmo…

Ho vissuto un salto nel tempo. Le lotte della mattina per sistemare tutto il lavoro con i minuti contati e ora questa vastità di un mare calmo, con l’armonia del paesaggio e la tranquillità delle persone che si preparano per la cena nel campeggio.

Come è possibile che ad un’ora e un quarto di macchina ci possa essere un altro mondo.

E’ banale, quanto detto, vero?

Eppure rimango sempre sorpreso di come basti così poco per modificare il senso delle nostre giornate. Ad esempio in questo momento mi sembra di aver vissuto due giorni all’interno dello stesso giorno.

Dalle battaglie dell’ultimo minuto per preparare il viaggio e sistemare il lavoro, a trovarmi a camminare con lo zaino, lungo la costa sul mare all’interno di un campeggio, con tutto il suo mondo e la sua atmosfera.

Si, in questo momento sto attraversando un campeggio: c’è una coppia di tedeschi seduti fuori della loro roulotte, uno di fronte all’altro, mangiano in silenzio e tranquillità, come solo i tedeschi sanno fare.

Se fossero una coppia italiana, sarebbe una coppia che non ha molte cose da dirsi. Ma sono una coppia tedesca, la loro cultura gli fa vivere il silenzio in modo naturale.

In ogni caso, vedendoli, mi sorge, comunque, un dubbio: sono veramente assieme oppure sono solo due mondi vicini?

Appena giro la curva, il pollo alla griglia si fa sentire con tutto il suo gusto.

Come lo sento, mi si apre lo stomaco. Ma quanto buono è l’odore del pollo alla griglia? L’uomo prepara la tavola, la donna in piedi con un bel boccale di birra. Il bicchiere non è da campeggio in plastica, ma è un bicchiere vero, da mezzo litro con il vetro grosso. I tedeschi sono organizzati!

Proseguo il mio cammino con il corpo rivolto in avanti e la testa rivolta a quel boccale e quell’odore, fino a quando mi è possibile.

I bambini con le biciclette, fanno gli ultimi giri prima di essere richiamati per la cena.

Percepisco come in questo cammino, non sarò immerso totalmente nella Natura, ma nella Natura attorniato da persone con l’animo sereno delle vacanze.

Nonostante l’atmosfera sia calma e distesa, mantengo comunque un passo veloce e costante proprio per “macinare strada”.

… Dopo aver fatto un po’ di strada, rallento, e mi accorgo di non aver fatto alcuna foto. Fino ad ora. A questo cartello con scritto VRSAR! (Orsera).

Sono così contento che scatto una foto.

Pensa te, se uno si mette a fare le foto ai cartelli stradali! Però, ciò significa che sono maledettamente contento. Il sole è tramontato e tra un chilometro arrivo ad Orsera. Non so ancora dove dormirò, ma intanto sto arrivando.

Sono così assorto in questi pensieri, quando un ragazzo ferma la sua macchina, esce e mi chiama.

Penso voglia qualche indicazione.

“Inglese, italiano, cosa è meglio?”, gli dico.

“Italiano”, mi dice e aggiunge: “ Sai, io sono un viaggiatore come te.

Ti ho visto camminare e così mi sono fermato per chiederti: dove stai andando?”

Mi sorprende, ma mi è subito molto simpatico. Ha quel modo di parlare istriano, discreto nel porsi, e nello stesso tempo diretto.

Gli racconto del viaggio fino a Promontore lungo la costa. In quei pochi istanti noto che una comune sensibilità e giocosità ci unisce entrambi.

Mi racconta che camminando ha fatto molti viaggi. Che vorrebbe portare le persone a fare il cammino lungo la costa istriana, da Umago a Orsera, per poi ospitarle a casa sua in campagna. Che sarebbe bello, se le persone invece di andare a fare il cammino di Santiago, facessero il cammino che hanno già alla loro portata, sotto casa! Da Trieste a Promontore o altri tratti di strada. Penso subito a Fabrizio, al suo accompagnare le persone lungo questo tragitto con la bicicletta.

Gliene parlo subito. Gli dico che sarebbe importante che si conoscessero, perché potrebbero unire le forze, oppure scambiarsi esperienze e informazioni.

Gli dico inoltre che sono diretto all’Hotel Vista, e che domani mattina prendo l’autobus per Rovigno. Lui mi guarda e mi dice, “Ah, se vuoi ti posso portare io con la mia macchina a Rovigno”. Lo guardo sorpreso e gli dico . “Ah questa è forte ! “Magari”, “Mi farebbe proprio piacere”.

“Abbiamo così il tempo per continuare i nostri discorsi appena iniziati.”

Così, scambiati i numeri di cellulare, ognuno riprende la sua strada.

Sono contento; non sono ancora arrivato ad Orsera e ho già il passaggio per Rovigno domani mattina. Il passo a questo punto si fa più leggero e facendo due calcoli, mi rendo conto che ho fatto i 12 km in due ore.

Dov’è l’hotel ?… Eccolo!

L’entrata dell’ Hotel mi da subito un’ottima impressione. E’ molto luminoso, curato, sembra nuovo, e vedo a lato della reception dei riconoscimenti ricevuti l’anno scorso.

L’arrivo dopo una camminata è sempre un momento magico.

C’è un rilassamento totale e un piacere diffuso di appagamento in tutto il corpo. Un sorriso, misto alla stanchezza, sale spontaneo.

Chiedo se posso avere il prezzo della camera visto su internet oppure se posso fare direttamente con loro. Mi dice che posso fare direttamente con loro, e in tutto sono 55 Euro. Lo guardo e gli dico che su internet avevo trovato per 35 Euro…. Il ragazzo mi guarda, controlla di nuovo e poi mi dice: “Si possiamo farle al prezzo più basso”.

Ottimo!

A volte, gli hotel non possono dare lo stesso prezzo indicato su internet.

Mentre mi conduce alla stanza, osservo la posizione dell’Hotel e come è fatto. E’ un vero gioiellino. Dalla sua posizione è possibile vedere il porto di Orsera. Ecco perché si chiama “Vista”. Nella sua terrazza esterna ci sono dei bei tavoli e delle comode sedie. Vi è inoltre un prolungamento della terrazza, e sull’angolo all’interno di un gazebo con la vista davanti e di lato, ci sono dei divani intimi.

Ho una camera con letto matrimoniale e tutto è quasi nuovo. Mi saluta e mi dice che la colazione è inclusa e non ci sono i soliti croissant , ma c’è il buffet ed è un bel buffet!

Sono quasi le 21, appoggio lo zaino e via, a cena.

Mi indicano il ristorante Montecarlo, che è subito lì sotto l’hotel scendendo una rampa di scale. Scendo lungo la strada e i gradini, ho modo di osservare Orsera di notte dall’alto. Il destino ha voluto che, come la scorsa volta della Parenzana, anche oggi c’è la luna piena. E’ uno spettacolo.

La calma della quasi notte, il porto con le barche bianche ferme, le isole illuminate dalla luna. In quell’atmosfera mi sento leggero… anche perché senza lo zaino.

Entro nel locale. Il locale è molto ampio, ci sono soltanto due cameriere. Nessun altro. Alla cameriera che mi viene incontro dico: “Non so dove sedermi, c’è troppa gente!”. Lei sorride e mi fa accomodare.

A questo punto la birra da mezzo litro, si può. Così, come una bella insalata greca e una pasta marinara.

In attesa dei piatti, annoto sul diario gli eventi della giornata. Riscrivo i momenti della mattina e mi sembra tanto tempo fa. Ma tanto tempo fa… Sono così distanti quelle emozioni cittadine da quelle che sto provando ora.

Come è diventato lungo questo giorno. Sono felice di essere partito da Trieste questo pomeriggio, pur essendo tardi, di essere stato da Walter, e di aver proseguito ugualmente nonostante l’ulteriore ritardo.

Ogni tanto, parlo con la cameriera, tra una portata e l’altra.

Dopo una camminata in solitaria, anche se è stato per poco tempo, si ha un animo diverso nei confronti delle persone. Quel miscuglio dato dall’isolamento dal parlare e l’abbandono della stanchezza, ti rende molto più disponibile. Si diventa più intimi, si percepisce maggiormente l’animo altrui.

La cameriera è bella e femminile, anche a lei fa piacere scambiare due parole con qualcuno, vista la scarsa affluenza di clienti questa sera.

E’ una serata che porta la conclusione di un grande giorno.

Risalgo gli scalini che portano all’hotel, la luna è sempre più alta lassù nel cielo. Orsera, fuori stagione, è addormentata. Il cielo è stellato, domani è prevista pioggia. Domani è un altro giorno, ci penseremo domani.

La stanchezza si fa sentire, mi sento felice.

1 – segue

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