Forse in molti già la conoscono, ma ci piace richiamare brevemente attraverso il contributo dell’amico Davide Raseni, la storia del nostro trenino. Oggi è un tracciato ciclo-pedonale, un tempo importante ferrovia che univa l’emporio Asburgico alla costa istriana, attraversando la Regione e collegando anche i piccoli paesi interni. Dalla sua chiusura e smantellamento sono passati ormai quasi 80 anni e ripercorrere oggi il suo tracciato significa seguire la storia del nostro territorio attraverso un secolo di cambiamenti ed evoluzioni storico-politiche che hanno disegnato nuovi scenari nelle nostre terre.
Il 1° di aprile del 1902, dopo circa 15 anni di preparativi, discussioni e lungaggini, veniva inaugurata ufficialmente l’intera linea Trieste – Buie – Parenzo. Si trattò di un’apertura in sordina, anche perché incredibilmente la gente, dopo tanto tempo, pensò ad uno scherzo d’aprile!
La nostra ferrovia era lunga 123,1 km ed adottava lo scartamento di 760mm, detto anche “bosniaco” perché ampiamente adottato dalle k.k.StB (le Imperial Regie Ferrovie dello Stato) per la costruzione della rete ferroviaria della Bosnia –Erzegovina. Diffusosi velocemente in varie parti dell’ Impero asburgico per i ridotti costi di costruzione e i minori tempi di realizzazione, venne utilizzato anche per questa tortuosa e spettacolare linea che aveva lo scopo di togliere dall’isolamento la parte nord occidentale dell’Istria, collegandola all’importantissimo emporio triestino. Escluse le stazioni di estremità di Trieste e Parenzo il percorso giunse a comprendere 33 tra fermate e stazioni intermedie. Il tracciato era particolarmente ardito e comprendeva otto gallerie e diciassette tra ponti e viadotti. Il tratto più spettacolare era quello compreso tra le stazioni di Grisignana e Visinada dove il binario, per superare il dislivello della valle del Quieto, assumeva le caratteristiche di una vera e propria ferrovia di montagna.
Il traffico ferroviario sulla linea fu esercitato sia per il trasporto merci che viaggiatori; i convogli passeggeri furono esclusivamente composti da materiale ordinario, con l’impiego di carrozzette di legno a due assi trainate da locotender a vapore delle classi U e P. Unica eccezione fu l’utilizzo a titolo sperimentale di un’automotrice “Komarek” a vapore utilizzata per un breve periodo di tempo tra Trieste e Buie a scopo sperimentale. Gli anni antecedenti al primo conflitto mondiale furono quelli di massimo splendore in termini di merci e viaggiatori trasportati. Terminato il conflitto l’annessione di Trieste e dell’Istria al Regno d’Italia diede inizio ad un lento e inesorabile declino della nostra ferrovia. Il 1° luglio 1924 la Parenzana venne inclusa nella rete nazionale esercitata dalle Ferrovie dello Stato, ma già nei primissimi anni ’30, stante la concorrenza dei collegamenti veloci costieri su nave, delle sempre più diffuse autocorriere e automobili e, non secondariamente, di politiche nazionaliste anti slovene e croate, si incominciò a pensare alla soppressione della ferrovia; questa giunse improvvisa e irrevocabile il 1° settembre del 1935. La nostra bellissima ferrovia visse solo 33 anni, ma incredibilmente il suo ricordo, grazie anche all’interesse di diversi appassionati delle zone attraversate, sia pur dopo così tanto tempo, è rimasto ancora vivo. Oggi, il suo riutilizzo in chiave di pista ciclabile vuole avere tra i suoi scopi anche quello di preservarne la memoria.
Davide Raseni
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