Raggiungere la città di Trieste dopo aver attraversato le grandi pianure del nord Italia ha sempre un grande fascino. Viaggiando in treno, il segnale di un cambio geologico lo si avverte dal sussultare dei vagoni all’incontro con il Carso. Farlo in bicicletta può essere ancora più sorprendente apprezzando il mutato aspetto del paesaggio.
Trieste con il suo piccolo territorio, peraltro si colloca lungo una innervatura strategica della rete cicloturistica nazionale ed europea. Qui si incontrano e sovrappongono gli itinerari EuroVelo 8 ed EuroVelo 9, parte della rete ciclabile nazionale BicItalia, il tracciato AdriaBike e la nuova AIDA (Alta Italia Da Attraversare).
La scelta su quale Via seguire per raggiungere la città non è quindi banale ma le opzioni in sostanza sono due.
Affrontare il ciglione carsico attraversando i paesini, boschi e frazioni dell’altopiano, oppure procedere lungo la larga strada costiera fino a raggiungere il litorale e il centro città con le sue Rive?
Noi le abbiamo provate le due Vie, seguendo da una parte la traccia AdriaBike per la Via Alta e quindi la costa suggerita dal tracciato Aida.
Appare subito evidente che la traccia che arriva in città (o parte dal centro) attraversando il Carso, è più lunga (48Km al bivio di Sistiana) e con maggior dislivello (600m totali se si parte da Trieste). Questo perché il giro è ampio e tocca diversi borghi carsici superando aree boscate e zone che ospitano i piccoli ma preziosi vigneti del Terrano, Refosco o Vitovska, un vitigno autoctono del Carso dal color giallo paglierino e dai profumi di fiori di campo. Passando Sales, Sgonico, Rupinpiccolo per poi raggiungere Opicina, Trebiciano e Basovizza. Qui scendere lungo la Val Rosandra, che dalla frazione di Draga e attraverso la ciclopedonale “G.Cottur”, accompagnerà i viaggiatori in bicicletta verso il centro della città.
L’altra Via è decisamente più facile: è sufficiente seguire la strada principale che sfila il centro di Sistiana seguendo la larga strada lungo la costa (SS14). Una strada che potrebbe ospitare una sede ciclopedonale protetta senza grandi opere e per buona parte del percorso, questa possibilità c’è.
Qui la vista si apre alla meraviglia del golfo di Trieste, scorgendo la bassa costa friulana con Grado e Lignano Sabbiadoro da una parte e i promontori dell’Istria dall’altra. Sotto, ammiriamo il mare blu macchiato da barchette e dalle ordinate fila di allevamenti di cozze. Poi, passata la galleria naturale scavata nella roccia, possiamo scorgere il bianco castello di Miramare e giù in fondo la città.
Se l’itinerario è fatto al contrario, la Via Alta presenta subito il conto della salita verso il colle di San Giusto (media tra il 10 e 12%), la frazione di San Giacomo con la progressione della Cottur (qui con pendenza media del 3%). Una volta raggiunto l’altopiano, dopo 16 km, l’itinerario rimane più o meno in piano con qualche breve rilancio. Viceversa la strada costiera, pedalando dalla centrale piazza dell’Unità è in leggera ascesa, raggiungendo i 138 mt di quota sul mare sui 18 chilometri di percorso.
Chiaramente il traffico automobilistico lungo la Statale 14 potrebbe dissuadere piccoli gruppi o nuclei familiari con piccoli ciclisti. Dall’altra parte il percorso che attraversa il Carso richiede un minimo di accortezza causa il fondo “mosso” che diventa ostico in caso di bagaglio pesante sul mezzo.
La differenza tra i due itinerari riguarda anche il fondo stradale: sterrato e un po’ nervoso per alcuni tratti sul Carso lungo la Via Alta; completamente su asfalto seguendo la strada Statale litoranea.
Concludendo, va detto che abitualmente nel pianificare un itinerario, il cicloturista sceglie la strada più breve e diretta, ma se l’obiettivo del viaggiatore è quello di oltrepassare la città proseguendo il viaggio sull’altopiano, la Via Alta diventa una buona e piacevole alternativa.
E voi quale strada preferite?
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