Capita che in una grigia domenica di fine novembre si decida per una inconsueta pedalata urbana, insieme agli amici di Ulisse Fiab. La sfida è trovare la strada più breve e semplice per imboccare la Parenzana partendo dal centro di Trieste. Premettiamo che allo stato attuale non vi sono ciclabili o ciclopedonali che dalla città conducano verso la periferia in direzione Muggia. In attesa di un servizio di trasporto di un numero adeguato di biciclette a bordo delle motonavi “DelfinoVerde”, del servizio di linea della TriesteTrasporti, ci spingiamo attraverso la città densa, con il solo scopo di tracciare un percorso lineare, utile a chi volesse intraprendere il viaggio in direzione Istria, segnalandone le criticità.
Ci auguriamo si giunga presto alla definizione di percorsi ciclabili dal centro cittadino alla zona industriale e oltre, previsti dal recente piano di mobilità.
Il ritrovo e punto di partenza viene fissato in prossimità della stazione FS, muovendo in direzione delle Rive, passando Piazza Unità, stazione marittima e stazione Trieste Campo Marzio di via G.Cesare, attuale sede del museo ferroviario. A 2,7 Km dalla partenza, si giunge alla stazione di smistamento di Campo Marzio su passeggio S.Andrea, punto di partenza della ferrovia a scartamento ridotto della Parenzana dal 1902. Evitando la bretella autostradale, con attenzione procediamo lungo Viale dei Campi Elisi e, svoltando a destra, via Caduti sul Lavoro, sfilando l’incombente centro commerciale.
Si tratta purtroppo di strade piuttosto trafficate soprattutto nei giorni feriali.
A questo punto, arrivati all’imbocco della superstrada al termine di Via Svevo , Le alternative sono tutte poco allettanti: la salita a sinistra del semaforo lungo la Via Baiamonti, oppure, prima dell’incrocio, a sinistra, imboccando via Capodistria, o ancora salire diritti verso il colle di Servola, percorrendo i primi metri della bretella della Grande Viabilità. Scegliamo la prima soluzione. La via Baiamonti non è molto larga e, anche questa trafficata, ma la più diretta e semplice da farsi per giungere in via dell’Istria.
Passato l’incrocio regolato da semafori, guadagniamo la strada principale, via Flavia, che ci accompagnerà fino alla frazione di Aquilinia. Superato il bivio di Via Caboto, si decide di seguire Via Flavia raggiungendo la periferia della città. Oltrepassato l’incrocio che porta alle zone industriali e alla Val Rosandra, si prosegue seguendo le indicazioni per Muggia e la Slovenia, facendo bene attenzione a non infilarsi nel raccordo di accesso autostradale. Superato l’antico confine della Rosandra tra la Serenissima di Venezia e l’impero d’Austria, saliamo a fianco dell’area della ex raffineria “Aquila”. Si costeggia quindi il limite dello stabilimento dimesso fino al termine della discesa di via di Trieste, in prossimità di un piccolo squero sulla destra. Superata la zona del tiro al piattello, dopo 13,4 chilometri, pochi metri prima del ponte sul Rio Ospo si svolta a sinistra raggiungendo il piazzale di partenza della ciclabile in territorio muggesano. È questo un punto d’accesso pericoloso, non protetto, su di un strada trafficata. Va segnalata per tempo la svolta a sinistra (a destra per chi giunge da Muggia).
Percorsi i pochi chilometri su ciclabile in territorio italiano, decidiamo di puntare verso Muggia per uno spuntino di seppioline e calamari “Al Porto”, nel delizioso mandracchio dentro le mura della cittadina istroveneta.
Visto che l’appetito vien mangiando, l’uscita prosegue da Muggia verso il Lazzaretto, per percorrere parte del sentiero dell’Arciduca in un fangoso tratto off-road. Dalla Strada per Chiampore a San Floriano, pedaliamo attraverso i possedimenti di Lodovico Salvatore (1847-1915), ultimo rappresentante della tradizione culturale illuministica dei Lorena in Toscana, all’interno di un dorato bosco di roverelle e scotani. Giunti a Chiampore si sconfina e, attraverso la morbida dorsale dei “monti di Muggia”, passiamo le frazioni slovene di Crevatini, Faiti ed Elleri. Dal colle, a questo punto scendendo rapidamente il versante orientale, si raggiunge Scoffie e quindi nuovamente il tratto della Parenzana che ci riporta in terra italiana.
Le luci della città si accendono nell’imbrunire autunnale, e il traffico cittadino si rifà intenso, accompagnando così il serpente a pedali nella pancia dell’urbe.
Grazie agli amici Ulissidi e alla prossima!
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